mercoledì 28 novembre 2007

Il calendario 2008 di insiemepercaso.org


Ancora una volta siamo onorati di divulgare una notizia dei nostri amici di insiemepercaso.org , un'organizzazione senza scopo di lucro che aiuta DAVVERO chi è meno fortunato di noi e non si può baloccare con il ruzzino del basket perché ha da fare cose un tantino più importanti: vivere.

Questo calendario 2008 di insiemepercaso.org, di cui vi mostriamo qui copertina e alcune pagine, è stato presentato ufficialmente durante la cena del 26 Settembre scorso presso il Salone Nervi a Chianciano Terme. Ora che si sta avvicinando l'anno nuovo, possiamo aiutare questi nostri nostri amici comprando questo calendario, e non solo! Visitate il loro sito all'indirizzo http://www.insiemepercaso.org/ .

Qui sotto ho copiato parte di una lettera che mi ha inviato un mio amico di insiemepercaso. Ciao!!!


insiemepercaso

Chi Siamo

L’Associazione “insiemepercaso” è una ONLUS italiana, ufficialmente riconosciuta in Zambia come organizzazione non governativa di livello internazionale. Dal 2003, svolge un’intensa attività di cooperazione allo sviluppo, attraverso progetti nel campo dell’assistenza di base, dell’educazione, della salute, del lavoro. È costituita in Italia da circa 130 soci, e da un nucleo operativo di giovani professionisti che coordina e svolge tutte le attività a titolo completamente gratuito; in Zambia, “insiemepercaso” conta una ventina di soci e un numero molto più ampio di sostenitori e simpatizzanti che saltuariamente e a diverso titolo collaborano ai vari progetti. In particolare, in Zambia è operativo un coordinatore nazionale che ha appunto il compito di coordinare, supervisionare e attuare in loco i progetti, coadiuvato da un comitato zambiano i cui membri sono, anche in questo caso, tutti volontari che svolgono il loro ruolo senza percepire alcun compenso.

L’associazione gode in Zambia di grande notorietà, e gli sviluppi delle singole attività sono costantemente seguiti e divulgati dagli organi di stampa sia locali che dell’intera regione del Copperbelt. Il governo zambiano è coinvolto attivamente nello svolgimento dei singoli progetti, soprattutto attraverso le istituzioni locali, che oltre a partecipare con entusiasmo e interesse, collaborano con supporti logistici, agevolazioni, forniture e, dove necessario, mettendo a disposizione personale qualificato dello stato.

I fondi che garantiscono la realizzazione dei progetti di “insiemepercaso” provengono per lo più da iniziative private promosse sia in Italia che in Zambia, e che godono del patrocinio e di piccoli contributi economici da parte di enti pubblici, istituti bancari e aziende locali; la più importante è la pubblicazione annuale di un calendario fotografico che ha anche la funzione di condividere con i soci e i sostenitori le immagini scattate dai volontari dell’associazione durante le missioni in Zambia. Altre fonti di finanziamento delle attività dell’associazione sono inoltre le cene sociali e gli eventi culturali (feste, concerti, cene, mostre, banchetti di solidarietà) promossi in favore di “insiemepercaso”, in Italia e in Zambia, da organizzazioni sensibili alle tematiche dell’infanzia, della cooperazione internazionale e dello sviluppo sostenibile.

L’associazione è anche presente nelle liste nazionali per la devoluzione del “5x1000”.


Progetti realizzati

Solo una lunga storia di permanenza consente quella conoscenza del territorio, della popolazione e delle sue necessità che sono gli ingredienti di base di una co-operazione efficace ed appropriata. Per questo motivo, nei suoi primi tre anni di vita “insiemepercaso” ha scelto di operare in Zambia attraverso la collaborazione con altre organizzazioni, sia italiane che zambiane, attive già da tempo nella zona di Luanshya e dunque in grado di introdurre gradatamente l’associazione in un contesto ancora sconosciuto. I progetti realizzati in questa prima fase sono sostanzialmente tre:

  • un centro nutrizionale per bambini orfani e sieropositivi nel villaggio di Chibote, costruito dalle suore francescane missionarie di Assisi per prendersi cura di ciò che resta di nuclei familiari distrutti dalla lebbra; il centro, gestito per “insiemepercaso” dalle suore francescane, sorge all’interno del villaggio e sfama ogni giorno 130 bambini, sebbene da quando è stato aperto, nell’aprile del 2006, ad oggi, il numero dei bambini è in costante crescita;
  • una casa famiglia per bambini vittime di gravi violenze, voluta e gestita dall’associazione zambiana “Vima Lupwa Home”, un’associazione di donne, per lo più vedove, che opera in collaborazione con i servizi sociali di Luanshya; la casa famiglia è stata inaugurata a dicembre 2006;
  • una scuola primaria nel villaggio di Kapepa, realizzata in collaborazione con altre piccole associazioni italiane e il coordinamento delle suore francescane; la scuola funziona regolarmente dalla primavera del 2007.

I progetti continuano ad essere regolarmente seguiti da “insiemepercaso” durante le periodiche missioni in Zambia in cui i volontari visitano i centri, ne verificano il funzionamento e partecipano alla pianificazione e alla gestione delle attività future insieme ai responsabili locali.

Progetti in corso

Dopo un lungo periodo di “affiancamento”, “insiemepercaso” ha finalmente scelto di rendersi autonoma e indipendente, e di dotarsi di una struttura istituzionale ufficialmente riconosciuta dal governo zambiano. È stato dunque aperto un ufficio locale, con una sede e un mezzo di trasporto proprio, che consente di raggiungere i luoghi più impervi (e più poveri), dove la maggior parte dei bambini non aveva ancora mai visto un musungu, un “uomo bianco”, e dove le condizioni di vita rasentano tuttora livelli di miseria disumani.

Le relazioni di fiducia reciproca instaurate con le istituzioni e la popolazione locale, anche grazie alla enorme adesione ai progetti e alle finalità dell’associazione, hanno consentito ad “insiemepercaso” di costituirsi come un unico grande gruppo, insieme italiano e zambiano, vincendo la tentazione di separare “noi” e “loro”, donatori e riceventi, e marcando fortemente l’organizzazione in senso comunitario, in cui ogni azione sia sempre un’azione rigorosamente collettiva e condivisa. Non è stato difficile, dunque, individuare in tempi brevi le necessità “reali”, quelle ritenute più urgenti dalla popolazione locale: una rapida indagine nell’area di Luanshya ha in effetti mostrato come l’elemento di maggiore fragilità sociale fosse la totale mancanza di lavoro. Nel giro di pochissimi anni, infatti, la chiusura delle miniere di rame e la loro successiva privatizzazione e cessione ad aziende straniere, ha prodotto, solo in questa zona, più di 6000 disoccupati; interi quartieri di operai specializzati, una volta impiegati nelle miniere dello Stato, sono oggi privi di un lavoro, di un salario e della possibilità di reimpiegarsi in un mercato del lavoro pressoché inesistente.

I progetti attivati da “insiemepercaso” nel 2007 sono dunque, innanzitutto, la risposta a questa emergenza:

  • a partire da giugno 2006 “insiemepercaso” ha avviato una campagna di adozioni a distanza, aderendo a organismi di controllo e garanzia su scala nazionale: un centinaio di bambini, per lo più orfani affidati a nonni, amici o parenti, sono seguiti da un progetto di sostegno familiare reso possibile dal contributo di altrettante famiglie italiane che con 26 euro al mese consentono ai bambini di mangiare, di vestirsi, di andare a scuola; dalla primavera del 2007 inoltre le adozioni a distanza di “insiemepercaso” sono specificamente finalizzate al consolidamento dei legami familiari e comunitari, contro il rischio di frammentazione e conflitto sociale che possono essere ingenerati da approcci che isolano il bambino dal proprio contesto relazionale collegandolo come soggetto singolo ad una famiglia lontana e, di fatto, assente; l’adozione è invece volta a sostenere l’intera famiglia, pur nell’ottica di un beneficio primario al bambino: si tratta, di fatto, di una forma di microcredito, poiché attraverso il denaro dell’adozione a distanza le famiglie vengono stimolate ad avviare forme di investimento che consentano loro di riappropriarsi progressivamente dei mezzi per mantenere in tutta autonomia i propri figli;
  • a partire dal 2007 una parte del bilancio annuale di “insiemepercaso” viene dedicato al finanziamento di veri e propri progetti di microcredito, finalizzati all’avvio/consolidamento di piccole attività economiche: il microcredito è uno strumento finanziario che consente di erogare prestiti minimi a tassi pressoché nulli a persone che non possiedono garanzie economiche sufficienti per accedere alle forme di finanziamento tradizionali (banche e altri istituti di credito), peraltro gravate da elevatissimi tassi di interesse; l’obiettivo è quello di favorire forme di autoimpiego, ovvero attività che generando reddito possano presto divenire autosostenibili e consentire ai beneficiari di uscire dalla soglia di povertà;
  • a maggio 2007 il governo zambiano ha concesso ad “insiemepercaso” circa 70 ettari di terra per la realizzazione di un centro di formazione professionale per i ragazzi che escono dalla scuola secondaria e che non solo non hanno alcuna possibilità di proseguire gli studi, ma si trovano di fronte alla totale mancanza di prospettive di lavoro, sia per la mancanza di strutture formative professionalizzanti, sia, soprattutto, per la scarsità di imprese e aziende che possano poi assumerli; il “Toscana Training College”, a cui i nullatenenti accedono del tutto gratuitamente, è pensato come un grande complesso costituito da moduli incrementabili, fatto di classi, uffici, laboratori e servizi, in cui gli artigiani, gli operai specializzati e chiunque abbia competenze professionali coerenti con il mercato locale possa condividerle e trasmetterle ai giovani studenti, gettando così un ponte di continuità tra generazioni che favorisce una maggiore stabilità lavorativa e dunque una maggiore propensione agli investimenti; il College è anche aperto a comprendere nel suo “corpo docente” professionisti e volontari italiani che attraverso “insiemepercaso” possano venire in Zambia – anche per brevi periodi, e mediante la formula del seminario intensivo di una o più settimane –, ad offrire gratuitamente le loro consulenze, insegnando ai ragazzi ciò che sanno fare, incrementando così la possibilità di trovare un lavoro;
  • per supportare il College, ma non solo, “insiemepercaso” ha in cantiere anche la costruzione di una “guesthouse”, una casa che sia in grado di ospitare i volontari che vorranno collaborare allo sviluppo dei progetti e delle attività dell’associazione, e che potrà fungere da sede ufficiale e operativa dell’associazione in Zambia.


Progetti futuri

Il futuro di “insiemepercaso” è sicuramente legato alla gestione, il mantenimento e lo sviluppo dei progetti già realizzati, e in particolare di quelli in corso di realizzazione, come il microcredito e il “Toscana Training College”, che impegneranno molto l’associazione nei prossimi anni. Tuttavia, non mancano le prospettive a lungo raggio: parte degli sforzi futuri dell’associazione andrà certamente nella direzione dello sfruttamento dei restanti ettari di terreno concessi in usufrutto dal governo zambiano. In tal senso, sono già state profilate alcune ipotesi, tutte ancora da sviluppare:

  • attivare programmi di sfruttamento agricolo in collaborazione con le cooperative locali, e con il coinvolgimento in Italia di organismi tra cui la Cia (Confederazione italiana agricoltori), le facoltà di agraria interessate a partecipare al progetto, e altre associazioni “senza frontiera” che già lavorano in questo settore;
  • offrire in gestione a cooperative locali lo spazio per la realizzazione di piccoli allevamenti di bestiame (soprattutto suini e pollame), in cui una parte dei profitti possa essere reintrodotto nel circuito comunitario e redistribuito alle fasce più deboli della popolazione;
  • costruire un presidio medico e una piccola clinica, attivare programmi di ricerca, prevenzione e presa in carico delle più gravi forme patologiche diffuse nella regione, in primis l’Hiv/Aids e la malaria (ad esempio attraverso l’impulso alla produzione locale di zanzariere a basso costo).


Come aiutarci

  • Diventando Socio di “insiemepercaso”, partecipando alle attività dell’associazione in Italia e acquistando la tessera annuale al costo di 10 euro;
  • acquistando il calendario (anche via internet) e i gadget dell’associazione durante i banchetti di solidarietà e le numerose iniziative di “insiemepercaso” (presentate via via all’interno del sito www.insiemepercaso.org);
  • adottando un bambino a distanza;
  • partecipando come docente volontario ai corsi del “Toscana Training College”;
  • proponendo iniziative di raccolta fondi a favore di “insiemepercaso” o altri progetti in collaborazione con altre associazioni o enti;
  • donando un contributo economico con la causale “erogazione liberale” sul conto corrente bancario dell’associazione: Banca di Chianciano Terme Credito Cooperativo Val d’Orcia Amiata, c/c n. 000000330127, ABI 08485, CAB 71833, CIN N; la ricevuta del bonifico consentirà di detrarre il proprio contributo ai fini fiscali, nella misura indicata dalle norme vigenti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

speriamo davvero che molte persone - cominciando da noi - possano dare un vero contributo a questo importante progetto